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e sulla terra. Quanta superbia! Ma presto la sconterà la sua superbia, la vecchia sirena.

Un calpestio di cavalli e un cigolio di ruote interruppero in buon punto le chiacchiere inopportune. Un valletto annunciò che il podestà arrivava con gli amici, e gli ufficiali mossero incontro alla comitiva. I cavalieri saltarono a terra e rincontro fu assai cortese. I francesi s’inchinarono ossequiosamente alle dame; poi entrarono in podesteria per trattare la faccenda delle vettovaglie. Le signore si allontanarono inseguite da sguardi curiosi e qua e là ammirativi. Paul de Saint—Morlain sembrava smarrito nella contemplatone di Bianca: egli la guardava come si guarda una persona cara non più riveduta da molti anni, prima dubbioso, poi commosso.

In podesteria l’affare delle vettovaglie fu concluso senza discussioni: ne poteva non essere così, poichè quelli che richiedevano erano in grado d’imporre la loro volontà, mentre i richiesti non possedevano alcun mezzo di resistenza. Anche la festa da ballo fu accordata senza difficoltà e si stabilì d’improvvisarla nelle vaste e squallide sale della podesteria. L’ufficiale superiore, un colonnello, raccomandò che tutte le signore del paese fossero invitate, e che il ballo cominciasse presto, senza lusso, perchè, se cambiava il vento, all’alba la nave doveva proseguir la sua rotta.