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anche dopo la trentina. Col denaro si fa tutto, si accomoda ogni cosa. Ma qui la va male, e l’andrà sempre peggio. Riccardo lo dice sempre, e se lo dice lui vuol dire che è vero.
— E cosa farai se non ti sposi presto?
— Questo poi... non lo voglio dire adesso; forse non lo so precisamente. Certo è che se mi devo sposare, sarà prima dei ventisei anni; dopo, non aspetto più, ecco!
Maria rimase un momento sopra pensiero. Quell’idea di fissare un termine alla propria virtù, le sembrava comica. Eppure ella comprendeva che un’attesa tanto angosciosa, una attesa di tutti i giorni e di tutte l’ore non poteva durare infinitamente.
Eugenia doveva già avere i calli ai gomiti a forza di appoggiarsi al davanzale delle finestre.
Un punto estremo doveva pur segnare un limite a quell’attesa; e allora bisognava rassegnarsi, o morire, o... passare il Rubicone. Cosa farebbe Eugenia? Ventisei anni erano pochi per morire. Eugenia pensava evidentemente alla terza alternativa. Ma, allora, perchè non subito? Se Luciano Monti l’amava davvero, se ella era decisa per da lì a due anni... Ma chè! erano frasi.
Si riscosse e domandò:
— E il veglione di stasera ha uno scopo... matrimoniale?
Eugenia arrossì lievemente.
— No, nulla di nuovo. È soltanto per di-