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Ma Isidoro era ben morto per lei! Pieno di vita, di speranze, di avvenire, ella lo aveva spinto alla morte, col suo atto impulsivo, ispirato da una disperazione nella quale c’era forse più orgoglio che amore. Aveva ella diritto divivere? Aveva ella diritto di aspirare alle altezze verso cui la portava, come un soffio primaverile, la nobile iniziativa di Paolo Venturi?
Terribile fu la lotta, ma non lunga.
Una sera, ritornata dalla campagna, dove aveva assistito a una conferenza di Paolo, con Riccardo e con Maria, ella disse a quest’ultima, accompagnando le parole con un malinconico sorriso:
— La morte non mi vuole; verrà forse quando non la vorrò, e sarà l’espiazione finale. Non importa. Intanto voglio vivere come ha detto Paolo che si deve vivere: per combattere e per amare e per sostenere e diffondere con tutte le nostre forze la verità in cui crediamo. Stasera comincierò il libro che egli mi ha ordinato.
Maria la serrò al cuore e lagrime di tenerezza irrigarono i due bei visi giovani, che una nuova speranza illuminava.
La seguente primavera trovò molte novità nei vasti possedimenti del Venturi e nel piccolo fondo dei Valmeroni. Le case nuove erano pronte e i contadini vi dovevano entrare il primo di