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— Sfacciata! — brontolava il dottore.
— Sincera e avveduta e onesta, perchè conosce se stessa, sa i suoi bisogni e vuole amarlo il marito.
Tre giorni durarono le dispute, e il dottor Monti non si capacitava di trovare tanta eloquenza in quel suo figliuolone dalle spalle grosse, che egli stimava unicamente per la sua forza fisica.
Alla fine dovette cedere, visto che non gli conveniva di vedere il suo unico figlio, il suo erede, fare da buffo in una compagnia d’operette, o magari da forzatore! Era capace di tutto colui.
A malincuore dunque, ma facendo buon viso alla cattiva fortuna, l’eterno corteggiatore di donne, si ripresentò nella casa dei suoi amici decaduti, a chiedere la mano di Angelica, della birichina, della monellaccia, per il suo Luciano, per l’erede di tutti quei bei denari accumulati con tanta tenacia.
E quando l'ebbe ottenuta gli toccò di pagare la penale per liberare la sua futura nuora dall’obbligo di cantare che la legava alla compagnia Tomba. Stizzito, brontolava.
— Anche questa! Anche la penale. Ne vedremo di belle: povera casa!
Intanto Angelica, felice del suo trionfo, rideva, cantava, batteva le mani alla propria bravura. Questa volta la signorina povera vin-