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menticando il denaro perduto, Leonardo pensava di tirarseli tutti in casa. Ma la famiglia protestò.

Dove voleva metterli i suoi trenta quadri? L’appartamento al secondo piano era affittato a un professore che pagava puntualmente. Non si poteva mandarlo via. Erano ottocento lire l’anno e volevano dire nelle presenti ristrettezze. Dunque? Leonardo obbiettava che nelle stanze della loro abitazione poteva collocarne una quindicina, e si affannava a misurare le pareti. Gli altri per intanto, li avrebbe mandati in campagna.

— E se li vendesse? — domandò una sera Paolo Venturi. — Non sarebbe meglio?

Leonardo non rispose e una viva fiamma gli salì alla fronte.

Venderli?... Oh! come gli sembrava dura quella parola! Venderli, dopo averli riconquistati con tanta fatica!... Non osando esprimere il proprio sentimento, taceva.

— Non è facile venderli — osservò Riccardo.

— Devi dire che è difficilissimo — rincalzò suo padre, subito rianimato.

— Invece, se non vi dispiace, il compratore è pronto.

— Davvero?

— E possibile?

— Li compero io.

— Lei, signor Paolo?... Oh!... A lei sono felice di venderli. Potrò sempre venirli a vedere da lei, credo.