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di speranza e di gioia era il suo cuore; lei disperata, lo aveva trascinato alla disperazione.
In brevi parole ella fece all’amica il racconto doloroso.
E poscia soggiunse:
— Ecco perchè ti ripeto che la morte di Isidoro è opera mia, e il rimorso mi rode il cuore. Tu dirai che io non ho tentato il suicidio perchè egli pure si uccidesse: dirai che non potevo in nessun modo prevedere la sua improvvisa, disperata risoluzione. Ma io non ne sono sicura. Chi può rintracciare il movimento oscuro dell’animo? Chi scende nelle tenebre di una coscienza offuscata dalla passione? Io non riesco a giustificarmi completamente. Lo amavo tanto, soffrivo tanto di perderlo, e nel mio spirito era entrata la convinzione che soltanto la morte potesse salvarmi dall’abbandono: non è verosimile che nel parossismo della mia angoscia io volessi trascinarlo nella morte con me?
Sopraffatta da tanto dolore, ella si concentrò e non parlò più.
Maria piangeva in silenzio.