Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/360


— 362 —

— Alludi forse alla Rivista che voleva fondare Venturi?

— No. Non ci pensa più. Sa che non vuoi... Ci sarebbe un buon posto presso una assicurazione... centoventi lire il mese... Ti servirebbe di distrazione e avresti quella indipendenza che hai sempre desiderata.

— Troppo tardi... Non so che farmene dell’indipendenza.

Due lagrime spuntarono tra i lunghi cigli scuri di Maria. Tutti inutili i suoi tentativi, tutti senza risultato!

Un altro giorno, dopo scuola, ella invitava l’amica a prendere il thè con lei nella sua camera. Sedute presso alla tavola di lavoro, coperta di un bel tappeto, davanti al thè fumante che Maria preparava con le sue mani, le due fanciulle scambiavano appena qualche frase. Maria narrava della scuola, di certe sue allieve tanto povere eppure tanto carine, che ella si struggeva di non poter soccorrere come avrebbe voluto.

Il sole entrava dalla finestra, la stanza prendeva un aspetto più gaio: le cose sorridevano, il fuoco crepitava nella bella stufa di maiolica; e le eleganti figure delle due fanciulle e la giovinezza che illuminava i loro volti, tutto invitava alla gioia; ma i loro cuori addolorati non rispondevano a quell’appello.

Un punto, intorno al quale Antonietta non si