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non lo perdeva d’occhio, e trovandolo meno premuroso, meno tenero, pensava che il suo amore fosse già esaurito, già vicino a spegnersi. Questo pensiero le strappò le lagrime. Vedendola piangere egli andò presso a lei e la pregò di essere forte anche per lui che aveva bisogno di tutto il suo coraggio. Le rinnovò la promessa solenne. Le parole erano dolci, ma a lei parve che la voce fosse stentata, rigida e non rispondesse al senso delle parole. E il pensiero che soltanto la morte poteva salvarla dalla disperazione e dalla vergogna ingigantiva in quell’ansia angosciosa. Morire: finirla.
Erano pronti per uscire. Il revolver giaceva ancora sul marmo del tavolino.
— Se permetti, scrivo queste due righe a Torino.
Appena lo vide con le spalle voltate, curvo per iscrivere, Antonietta afferrò il revolver, se l’appuntò al cuore e sparò.
Un istante. Isidoro non aveva neppure avuto il tempo di cominciare la lettera. Si voltò spaventato con un grido d’orrore. Vide la fanciulla cadere boccheggiante al suolo nella stretta del letto e non muoversi più.
Anelante, fuori di sè, si chinò su lei, la scosse, la chiamò ripetutamente. Ella non diede alcun segno di vita. Allora egli si sentì perduto: la disperazione gli schiantò il cuore; si oscurò forse la sua intelligenza: forse pensò che potevano