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IV.
Uniti dall’amore, sospinti da un desiderio inesorabile, ma in uno stato d’animo affatto diverso, i due amanti s’ingannavano a vicenda partendo insieme quella mattina da casa Valmeroni. Apparentemente, una semplice scampagnata amorosa; in realtà, un viaggio nell’ignoto. E la carrozzella andava allegramente e il piccolo cavallo, abituato a quelle corse, trottava di buona voglia, aspirando a pieni polmoni l’aria fresca e fragrante dei colli. Costeggiarono il lago, traversarono il ponte, percorsero una parte della città e cominciarono a salire verso i boschi ed i prati deliziosamente verdi della Valsassina.
Erano assolutamente soli, poichè Isidoro guidava da sè; e quella solitudine li inebbriava. Antonietta si stringeva a lui in silenzio; egli la guardava negli occhi, balbettando brevi parole: poscia, prorompendo l’ardente desiderio, la serrava al suo petto, la copriva di baci.
— Finalmente!... finalmente!... Perchè hai tardato tanto a concedermi questa gioia di averti sola con me? Perchè tanto severa, se pure mi