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— Sulla via Lacuale: dopo domani... Faremo una passeggiata insieme.

— Dopodomani. A che ora?

— Io ci sarò alle sette. Ti aspetterò presso al cancello. Verrai, amor mio?... Me lo prometti?

— Verrò. Alle sette uscirò dal cancello.

La sua voce suonò lugubre, quasi tragica; ma il giovane non vi badò nell’immensa soddisfazione che gli dava quella promessa. Un momento dopo erano in mezzo agli altri e discorrevano animatamente. Da un pezzo Antonietta non era apparsa così animata e vivace. Paolo Venturi, che l’aveva vista discorrere con Isidoro, ne fu impensierito. — Cosa le avrà detto? — si chiedeva egli torturandosi.

Un poco prima del tramonto passarono di là tre sonatori girovaghi, e vedendo il cancello aperto si fermarono a sonare.

Alcuni giovani si avvicinarono subito ai sonatori. E uno dei Mainetti li invitò ad entrare.

— Entrate, entrate. Vi pagheremo.

— Si balla? — domandò una ragazza. E le altre in coro:

— Si balla! Si balla!

I sonatori entrarono. Uno dei tre era cieco, e Riccardo, se fosse stato presente, avrebbe riconosciuto in lui il violinista che l'aveva tanto interessato una sera, alla Fiaschetteria Toscana.

Aveva però mutato compagnia: invece del