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l’ultima volta in via Monforte. Tante cose, tanti piccoli indizi, il carattere enigmatico di quella prima lettera, le parole di Antonietta e di Riccardo, la corte che aveva fatto c faceva ancora alla signora Elisa, l’avevano messa in sospetto; già il dubbio le mordeva il cuore; pure quel giorno gli credeva. Egli aveva accenti, sguardi, parole, così riboccanti di affetto, clic parevano veramente venuti dal cuore. Ed egli intanto pensava che a Berlino c’era un infermo, quasi un moribondo, al quale in nome di lei e con un doppio inganno poteva strappare una somma assai vistosa. L’amore non era che la bugiarda etichetta incaricata di nascondere il calcolo abbietto.
Ed ella era quasi caduta nel tranello, mentre Antonietta e Riccardo le ripetevano che quel sedicente gentiluomo non meritava alcuna stima. E finalmente si era staccata da lui, non già perchè la verità l’avesse penetrata, bensì perchè i baci di Riccardo le avevano fatto comprendere che il suo primo amore non era tale da resistere a nuove impressioni. Tutto ciò era poco lusinghiero per il suo orgoglio; pesava anzi dolorosamente sulla sua coscienza limpida e fiera.
Ella si sollevò da quella prostrazione pensando alla battaglia che l’attendeva. Faustino Belli doveva essere risoluto a vincere.
Quelle trecentomila lire rappresentavano forse