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una poesia più grandiosa e più vera. Se la coscienza della vita perdurava eterna, doveva necessariamente purificarsi nella meditazione, doveva elevarsi, svolgendosi in un graduale perfezionamento. E perchè non potrebbe rivestire altre forme e rivivere in altri corpi e forse in altri mondi? Dolce era per lui questo sogno che gli concedeva la speranza d’una esistenza meno dolorosa. Egli, per altro, non era uomo da indugiarsi nel sogno ozioso di un bene esclusivamente personale.

Il suo intelletto altamente pratico pensava già all’utilità immediata, universale, che un grande sociologo legislatore avrebbe potuto trarre dalle nuove induzioni della scienza antropologica, completando con esse una religione umanitaria e scientifica sola capace di pacificare e di affratellare i popoli.

— Di fronte alla morte di una creatura amata — egli si diceva — tutti gli uomini si sentono deboli e la sola idea di una separazione eterna è per noi intollerabile; molti possono reagire contro la minaccia dei castighi dell’inferno; si può anzi affermare che solo gli ignorantissimi vi credono veramente; ma quasi tutti, perfino i più forti, e i più illuminati, invocano almeno una speranza nell’ora fatale dell’ultima separazione. Se la scienza non contraddice più questa ineffabile speranza, la religione scientifica umanitaria può dirsi sicura del suo trionfo. Stret-