Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 277 — |
E poi, e poi... oh! egli era ben fanciullo ancora!... Non solo per fierezza di carattere e perchè nella sua modestia non si credeva capace di dirigere un giornale, non solo per queste ragioni abbastanza palesi, Antonietta rifiutava. Ella aveva nell’intimo del cuore un altro più possente motivo; non voleva nulla da lui, perchè sapeva ch’egli l’amava e temeva d’impegnarsi, e di non poterlo respingere, il giorno in cui egli le parlasse d’amore, essendo vincolata dalla gratitudine. Lo credeva dunque capace di comportarsi così indegnamente con lei?... Di chiederle il prezzo del suo beneficio?...
Ah! povera Antonietta, come non lo conosceva! Ma lui, perchè si era lasciato scorgere?
Perchè non aveva saputo custodire il proprio segreto? Ogni diffidenza veniva in lei dal sapere ch’egli l’amava.
Questo pensiero l’opprimeva. Aveva tanto sofferto per quella creatura, che gli pareva di avere acquistato il diritto di vegliare su di lei, di assisterla, di consigliarla. Il dolore aveva santificato il suo affetto.
Ed ella forse l’odiava. Non avrebbe fatto meglio a non occuparsi più di lei? Fuggirla: non vederla più. Ecco ciò che egli avrebbe dovuto fare.
E poi?... L’avrebbe amata egualmente.
„Non l’abbandonerò mai. Anche respinto veglierò su lei; a sua insaputa cercherò di es-