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Scrivere qualche articolo, qualche novella, non le pareva cosa impossibile. Avrebbe potuto rischiarsi anche subito. Ci aveva pensato qualche volta. Ma dirigere un giornale? No, davvero.

— Ecco come sono le donne — osservò Riccardo sorridendo. — Parlano d’indipendenza, vogliono conquistare il mondo, poi, se l’occasione si presenta, invece di afferrarla coraggiosamente, si perdono in mille dubbi, in mille timori.

Antonietta protestò. Non tutte erano come lei! Ella non aveva fatto studi sufficienti; mancava di preparazione. E in casa Pagliardi nessuno l’aveva incoraggiata a confidare in se stessa: tutt’altro. Pure, ella non si rifiutava a scrivere: anzi voleva provare; sebbene in realtà un lavoro manuale, almeno un lavoro positivo come la maestra per esempio, le sarebbe andato più a genio.

— Un lavoro manuale! — esclamò Paolo. — Che lavoro manuale vorrebb’ella fare?

— Qualunque: la sarta, la modista, la ricamatrice. Potrei anche tenere l’amministrazione in una piccola azienda: far la cassiera in un negozio. Così.

— Come sei modesta — osservò Angelica stupita.

— Troppo modesta — insisteva Paolo. — Io fonderò in ogni modo la rivista, e quando l’avrò fondata non mi negherà la sua collaborazione.

— E chi mette i denari? — domandò Leonardo, guardando con curiosità il giovane.