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coltura, il commercio e le notizie scientifiche... io la politica, un po’ di scienza... e tutto lo sport... le signorine la letteratura... — E accennava Antonietta e Maria.

Tutti risero, specialmente le ragazze. La risata di Angelica fu quasi sguaiata. L’invidia e la gelosia la riconducevano alla sua naturale volgarità.

— Lei parla dunque di un giornale letterario — disse Leonardo.

— Letterario, artistico, scientifico... un po’ di tutto. Una rivista abbastanza ricca da interessare molte classi di lettori; con carattere spiccatamente avanzato e femminista, come dicono adesso. Le donne si movono da per tutto. In Italia sono ancora un po’ addormentate: bisogna scuoterle. Per ciò io vorrei che la mia rivista fosse diretta appunto da una signora o signorina... una di loro due.

Maria si scusò subito, scrollando la bella testa. Se avesse pure posseduta la capacità, ciò che le pareva assai dubbio, le sarebbe mancato il tempo. La scuola l’assorbiva e non le permetteva di assumere nuovi impegni. Eppoi era affatto ignara di giornalismo e non aveva mai scritto per le stampe. Se doveva tentare quella via, voleva cominciare dal poco: misurare le proprie forze. Non era nel suo carattere di affrontare così impreparata difficoltà ignote.

Antonietta disse press’a poco le stesse cose.