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sua madre e un’antica amante. Ti pare poco orribile? Oh!... bisogna finirla. Devo, sì, devo strapparmelo dal cuore.

E i singhiozzi tornavano a soffocarla.

Qualche ora dopo ella potè raccontare albamica gli avvenimenti che l’avevano spinta a uscire dalla casa dei Pagliardi. Isidoro insisteva da qualche tempo perchè ella andasse con lui a Torino, promettendole di fare subito il matrimonio religioso, il quale però doveva restar segreto, non solo per non offendere sua madre, com’egli diceva, ma anche per quell’altra donna che era capace di fare un chiasso e d’insultarlo pubblicamente. Antonietta sapeva tutto ciò, sebbene Isidoro non gliel’avesse detto; e una grande tristezza l’opprimeva al solo pensarvi.

Nel frattempo, quell’anima generosa che era Paolo Venturi aveva giurato di appianare ogni difficoltà. Tutti i giorni egli andava a trovare sua zia, la signora Arquati, e un po’ con le belle, un po’ con le brusche, un po’ scherzando, un po’ ragionando, cercava di convincerla del gran bene che avrebbe fatto acconsentendo al matrimonio d’Isidoro con Antonietta, sborsando anche i denari necessari per il deposito. E anche l’altra avversaria cercava egli di pacificare con lunghe lettere e la promessa di una somma in denaro che si proponeva di pagare del proprio. Credeva quasi d’aver vinto e pensava di proclamare la vittoria, allorchè impensatamente la vecchia, as-