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di suo padre. Ma io, io che ragione avrei per non credere all’evidenza?... Posso dubitare delle sue proteste amorose, posso anche crederlo un po’ leggero nelle cose di sentimento; ma non potrò mai dubitare del suo onore, della sua delicatezza. Mi vergognerei se ne fossi capace.
„Un uomo come lui, con la sua intelligenza, col suo ingegno, conosciuto da tutti, generalmente stimato, se dovessi supporlo reo di una azione bassa, di una ipocrisia così vigliacca... oh! mi pare che non crederei all’onestà, alla virtù di nessuno al mondo. E allora vorrei andarmene subito da un mondo così brutto.“
Con questi pensieri ella si era calmata e racconsolata; e una dolce speranza la cullava.
Un giorno, in fin di maggio, uscendo da via Santo Spirito, dove era la sua scuola, Maria trovò Faustino Belli fermo sul marciapiede in via Monte Napoleone. Appena la vide, la salutò e si accompagnò a lei.
Le prime frasi scambiate furono le solite, vaghe e vuote di senso. Poi tacquero, camminando in silenzio lungo le case. Egli disse finalmente:
— Mi sono permesso di scriverle... Ha ricevuto la mia lettera?
— Sì.
— Ebbene?... Non le è parsa degna di risposta?