Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 190 — |
— Anche qui hanno intenzione di cenare.
— Bene, a rivederci.
— Addio, Flora — disse Antonietta. — Noi partiamo.
— Partite? Addio, dunque. Addio!
— E Isidoro? — domandava Maria a sua cugina, appena furono sole.
— Siamo sempre allo stesso punto.
— Vale a dire?...
— Quando è vicino a me, pare che mi muoia dietro; poi se ne va e basta. Bisognerà finirla in qualche modo.
— Cosa vuoi fare?
— Andarmene.
— Dove?
Antonietta fece un gesto vago.
Una voce maschia disse di sulla soglia:
— Buona sera, signori.
— Oh, Faustino!
— Buona sera, ingegnere.
— Buona sera.
Maria e Antonietta si erano voltate e avevano ricambiato il saluto, senza avvicinarsi.
Maria tremava.
— Sei commossa — le susurrò Antonietta. — Tu l’ami.
— No. L’ho amato, ma non l’amo più.
Antonietta sospirò.
Calmo, disinvolto, con un bel sorriso che gli risplendeva negli occhi, con la voce limpida e