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Si udirono dei passi e delle voci nell’anticamera.

— I ragazzi: la Bergamini.

— Avanti... avanti!...

La signora Elisa si alzò e andò incontro alla sua buona vicina che aveva avuto in custodia i due piccoli per tutta la giornata.

Erminia e Giorgetto si precipitarono nella sala correndo e ciarlando; poi, avendo scorto lo zio Amilcare, rimasero immobili.

— Ebbene? Che fate? Non si saluta?

Silenzio completo.

Le tre signore si riunirono sul canapè e i ragazzi scapparono in cucina. Flora, Antonietta e Maria si affacciarono alla finestra.

Leonardo si scosse, si alzò e s’accostò al tavolino, presso al quale era rimasto il Pagliardi col Monti e con Riccardo.

Le ragazze chiacchierarono un poco della primavera, dei fiori, di Eugenia... di un giovane giornalista che si era trovato vicino a Flora alla colazione.

Questa finalmente si congedò: aveva alcune faccende da sbrigare in casa. Sarebbe tornata giù più tardi, nella serata.

— Desinate, voi altri? — domandò Antonietta.

— Oh, no! Si è mangiato troppo a colazione. Erano le tre quando ci siamo alzati da tavola. Forse mio fratello cenerà.