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o venduto a Faustino Belli. „Va bene!“ ha esclamato il mio amico. „È il quadro che è andato a Londra. Ero a Brera io quando il signor Belli è venuto là con un forestiero per far bollare una cassa che spedivano a un museo di Londra. E siccome il segretario ha voluto vedere il quadro, hanno aperta la cassa: era un Ferramola. La dichiarazione di valore diceva: seicento sterline.“ Così ha raccontato il mio amico, che posso far venir qui, se volete.
Allora in mezzo al silenzio costernato della famiglia, Leonardo Valmeroni si accostò a suo figlio e, con la sua maniera ingenuamente solenne, pronunciò queste parole:
— Io non credo che Faustino Belli abbia commesso un’azione così indegna di lui, per quanto usata in commercio e permessa dal codice. Non si deve mai credere, senza la prova dei fatti, alle cattive azioni dei nostri amici. Ci sarà un equivoco in quello che ti hanno raccontato; oppure, se la cosa fosse vera, vuol dire che Faustino non avrà potuto agire diversamente.
Riccardo chinò il capo.
— Eccoti servito! — gli disse il Pagliardi ridendo. — Hai avuto la tua lezione.
Riccardo non gli badò. Le parole di suo padre l’avevano profondamente commosso; capiva di avergli dato un gran dolore inutile, e se ne pentiva. Perchè aveva parlato, egli che stentava