Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/178


— 180 —

sente anche Maria... Lo può dire... Io non invento. Eppoi il velo lacerato e i fiori sgualciti son là... parlano!...

Gridava, singhiozzava, presa dal convulso, si strappava le trine del vestito.

— Taci, taci! Quetati!...

— Sii buona... basta.

— Andiamo di là, via! — le comandò il dottore trascinandola a viva forza fuori del salotto. La portarono nella sua camera. Antonietta e Maria la spogliarono; il dottore mandò a prendere un calmante.

— È lo sciampagna — diceva egli intanto. — Ho visto bene che beveva troppo.

Intanto in sala la signora Elisa era svenuta.

Chiamarono il dottore. Ma prima che egli arrivasse, il Pagliardi la fece rinvenire spruzzandole allegramente l’acqua fresca sulla faccia.

Ella scattò con un grido:

— Il mio vestito!... — E si scrollava di dosso l’acqua che poteva sciupare quel colore delicato.

— Ah! così va bene! Avevo ragione io di non spaventarmi.

— Anche tu?... Oh quanto soffro!... Tutti contro di me...

Si guardò intorno, e non vedendo più l’Angelica, respirò.

— Oh! che dolore mi ha dato quella birichina!... Ma sapete che se fosse vero quello che ha osato dire, se fosse vero che la mia Eugenia