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i suoi brindisi letterari e semi-politici, nei quali si parlava con molto entusiasmo della bellezza di Eugenia, dei meriti patriottici dei Valmeroni, e quindi del simpatico negoziante di belle arti, amico dell’Italia, e ammiratore sincero delle sue bellezze. Alcuni di questi brindisi dovevano trovar posto nella „cronaca“ di qualche giornale; e Augusto Klein aveva raccomandato ai parenti che gli mandassero quei giornali a Firenze, prima tappa della sua luna di miele.

Riuniti nel loro elegante salotto, rimesso quasi completamente a nuovo, i Valmeroni e i loro parenti e amici, reduci dal banchetto nuziale e dalla stazione, dove avevano accompagnato gli sposi, digerivano lo sciampagna che il tedesco aveva distribuito senza economia. Le insolite commozioni dell’animo e l’avere sconvolto l’ordine della giornata mangiando fuori d’ora, bevendo e chiacchierando più del bisogno, li rendeva tutti un po’ nervosi, eccitati c affranti nel medesimo tempo. Faustino Belli si era staccato da loro in piazza del Duomo promettendo di farsi vedere nella serata; i cugini di Malgrate erano scomparsi alla stazione senza salutare; Riccardo aveva trovato alcuni amici e si era unito a quelli; il dottor Monti era scappato per fare qualche visita ai suoi ammalati. Luciano invece pareva non potersi staccare dai Valmeroni, e se ne stava lì seduto ad ascoltare dalla bocca di Leonardo la ripetizione delle cose che