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sa doveva mostrarsi in tutta la sua bellezza. L’abito da viaggio toglieva solennità alla cerimonia. Oppure bisognerebbe che l’abito da viaggio fosse sfarzoso; per esempio, un panno bianco con ricami in oro.

Durante queste chiacchiere Riccardo solo notò l’abbattimento di Maria, ma non osò interrogarla.

A un certo punto ella disse che le doleva il capo e si ritirò.

Prima di coricarsi, sola nella sua camera, ella rilesse la lettera di Faustino e pianse.

„Non mi ama, non mi ama!“ ripeteva perdutamente, volgendo e rivolgendo nelle sue carni l’acuta spina che la dilacerava. Ha indovinato il mio segreto; i miei occhi glielo hanno detto; ed egli mi rifiuta, mi respinge, non mi vuole!... Le altre frasi non contano: sono le carezze che si fanno al bimbo quando deve subire una dolorosa operazione... Io sono il misero bimbo ed egli ha creduto di addormentarmi con la sua dolce canzone, mentre mi feriva così crudelmente... Avrebbe fatto meglio a tacere. Non io avrei parlato. Di che ha temuto? Che io mi attaccassi a lui suo malgrado?... Così vile mi crede... Oh! quanto sono infelice, quanto sono disgraziata!...“

E le lagrime tornavano a irrigarle il volto, copiose, cocenti lagrime. Cercava ancora di dominarsi; voleva rassegnarsi, essere forte. Pen-