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II.

Il dì appresso, ritornando dalla scuola, Maria trovò nella casella della posta una lettera al suo indirizzo. La calligrafia ferma e slanciata le fece battere il cuore.

— E’ lui — pensò.

Nascose la lettera e andò a chiudersi nella sua camera. Con un coltellino tagliò delicatamente la busta da un lato e ne cavò fuori il foglio scritto da tutte le parti. Lo contemplò alcuni istanti cercando di dominare il turbamento che le davano quei caratteri. Quando ella si sentì un po’ più calma cominciò a leggere. Non era la solita lettera d’amore. Faustino Belli esordiva con frasi pacatamente affettuose, quasi paterne. Pareva che non cercasse l’amore della giovinetta; se pure vi aspirava, non osava dirlo, e si limitava a chiederle la sua fiducia e una dolce corrispondenza amichevole. Voleva proteggerla contro i pericoli che minacciavano la sua giovinezza, vegliare su lei, aiutarla a conquistare un posto elevato nella migliore società. Con la sua bellezza, il suo spirito, la sua educazione, ella meritava di uscire dall’ombra in cui viveva.