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— Davvero!.. Già, gli italiani non guardano troppo all’esattezza storica: basta leggere le castronerie del Vasari.
— Credete?... E i tedeschi e i francesi vi sembrano più esatti?
— I francesi, non so; certamente i tedeschi.
— Volete qualche citazione?...
— No, no, per carità, signor Belli!... Ci risparmi le citazioni e le relative dispute internazionali. Il caffè ci aspetta in sala. Mi dia il suo braccio e andiamo.
Così parlò la signora Elisa, non volendo assolutamente che il tedesco fosse mortificato. Comprava i quadri e poteva... chissà... sposare l’Eugenia... Un matrimonio d’oro! Bisognava accarezzarlo, inebbriarlo, non offenderlo. Così pensava la signora Elisa nella sua piccola diplomazia familiare.
Tutti si alzarono e Klein offrì il suo braccio corto e solido all’Eugenia, che vi si appoggiò sorridendo. Egli le arrivava poco oltre la spalla e la guardava di sotto in su con una ammirazione quasi commossa.
— Che bella figura avete, signorina! L’uomo che avrà la fortuna di sposarvi vi porterà in trionfo come una dea.
— Non sarà facile che io mi sposi, signor Klein. Molti mi fanno la corte, ma nessuno chiede la mia mano...
— O perchè? — domandò il tedesco allarmato.