Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/127


— 129 —

— Bene!

Scoppiò lina delle solite liti; ma nessuno vi badò.

La tavola era apparecchiata. Maria osservò subito che avevano comperata la terraglia nuova; i bicchieri sbreccati, i piatti ingialliti e pieni di screpolature erano finalmente banditi; ma le posate rimanevano quelle solite, logore, consumate; non avevano potuto prendere l’argenteria dal Monte di pietà, dove dormiva da tanto tempo.

— Ben arrivata, signorina. Si è divertita? Ha fatto buon viaggio?

Con queste parole e col sorriso sul labbro, Faustino Belli le andava incontro e le stringeva la mano.

La sala da pranzo con la sua solita lampada sospesa e due altre lucerne a piedestallo (una di Maria, l’altra della Bergamini) con la vecchia mobilia ben spazzolata (le sedie inservibili messe in ombra nei cantoni) aveva quella sera un aspetto quasi festoso.

„Se ci fosse il gas sarebbe meglio“ pensava in cuor suo la padrona di casa, ricordando il tempo in cui ne aveva fatto tanto spreco finchè l’Union des Gaz, non riuscendo mai a farsi pagare completamente, aveva strappato via ogni cosa. Se ne consolava per altro la signora dicendo a tutti che il gas le era antipatico e che presto farebbe mettere la luce elettrica sulle scale e nell’appartamento.