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— Ma tuo padre non vuole vendere così.
— Si dovrà adattare. Nel nostro caso, bisogna rassegnarsi ad esser sfruttati. E guai a noi se questo negoziante non trovasse il suo interesse a sfruttarci.
— Non si potrebbe trovare il mezzo di trattare con un galantuomo?... Fare un’asta?... Il cavalier Belli, che è tanto influente a Roma, non potrebbe far acquistare le opere più importanti dal Governo?
Riccardo scrollò le spalle.
— Sono anni e anni che ci si culla con speranze simili. E non bisogna dimenticare che mio nonno è stato un maniaco e che mio padre è un illuso.
— Oh Riccardo, due cuori d’oro! Non tu devi condannarli.
Riccardo non rispose.
Il tram si era fermato; alcune persone scendevano; altre salivano. Giorgetto voleva guardare i cavalli.
— Io non li condanno — disse finalmente Riccardo quand’ebbe accomodato il suo fratellino presso ai vetri. — Constato i fatti.
Giorgetto mugolava ancora. Era stufo di stare in piedi.
— Se non taci ti dò uno schiaffo.
Maria prese Giorgetto sui ginocchi. Ma appena seduto, egli si alzò per guardare nella strada.