Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 108 — |
— Si ricordi che sono anche il più tenero e non mi faccia troppi complimenti. Se il mio cuore si commove, non rispondo di me.
Poi, mutando tono e volgendosi a Maria:
— Dunque! Le piace questo paese?
— Immensamente. Starei molto più volentieri qui che a Milano.
— Oh! s’annoierebbe presto, molto presto. Solitudine e gelo nell’inverno; zanzare e caldo soffocante nell’estate; innondazioni e pioggie continue in primavera e autunno!
— Che orrore! Così ella distrugge i miei sogni.
Lo guardò e rise.
— Come ride bene! Tenga a mente: tutta la poesia del Ticino siamo noi canottieri, pronti a rischiare la nostra vita, come quegli eroi che ella tanto ammira, solo che si presenti l’occasione.
— Ma l’occasione non si presenta: sono cambiati i tempi.
— Chissà. Certi sentimenti si manifestano con gli stessi mezzi anche se derivano da altre cause.
— E lei ci pensa? E un rivoluzionario, lei?
— Non te ne sei ancora accorta? — esclamò Antonietta sorridendo.
In quel momento vedendoli spuntare tra gli alberi, il Pagliardi gridò:
— Finalmente! Vi credevo perduti!