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82 | nell’ingranaggio |
antipatica; che Giovanni la comprometteva con le sue innocenti cortesie e che la gente non poteva a meno di pensar male, come la Sabina.
Ma la sera, quando si trovava seduta a tavola di fronte a Giovanni, o quando parlavano insieme nel salotto in mezzo alle visite, e lui le mostrava una tenerezza così rispettosa, tutti i pensieri del giorno le parevano sofistici, stupidi, da bambina.
O perchè avrebbe dovuto andarsene, lei, che non faceva niente di male?
Perchè doveva recare tanto dolore, mostrare tanta ingratitudine all’uomo che l’amava ed era tanto buono e generoso con tutti?
Che le doveva importare a lei se la gente ciarlava? Il loro amore era così alto, che non potevano macchiarlo.
E in buona fede, credeva che dovesse rimanere sempre così, e si esaltava nei sogni della fantasia eccitata.
Fra le molte visite che i Pianosi ricevevano, c’era una gran varietà di tono e di grado, secondo il giorno della settimana. Il sabato fra le due e le cinque la signora riceveva le persone più distinte: il lunedì sera, una gran società mista: le altre sere, quand’era in casa, riceveva sempre, meno gente, ma sempre mista. In queste serate confidenziali capitavano a volte dei tipi curiosi, specialmente tra quella classe di artisti teatrali, che a Milano si trova un po’ da per tutto.
Edvige, essendo stata cantante, conosceva moltissimi di questi artisti, e molti frequentavano la sua casa, come la signora Laura Mantrilli che abbiamo veduta sul lago.
Il Banchiere li divideva in tre classi: celebrità