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dopo un lungo assedio diplomatico della signora. Per lei, oltre alla smania naturale di ricevere in casa sua un uomo del quale tutti parlavano, si trattava di strapparlo alle conversazioni della contessa Maltesi, dove piovevano tutte le celebrità e dove lei non era mai stata ammessa.

Era un vero chiodo questo ch’ella s’era ficcato nel cervello: distogliere il più che poteva di uomini celebri, letterati, artisti, uomini politici, dalla amicizia della Contessa, per attirarli a sè.

Intanto, dopo l’archeologia e la storia, nelle quali cose Edvige s’era mostrata adorabile, ascoltando con un’ammirazione quasi infantile le spiegazioni e i racconti a cui ella provocava con molta grazia il buon professore, la conversazione aveva sfiorato la letteratura ed era scivolata sulla questione sociale più gradita alle donne: la liberazione della donna.

La bella Mantrilli, che fino a quel momento si era occupata di tutt’altro che di archeologia con l’onorevole Adriani e alcuni altri giovani, formando un «a parte» più allegro, attaccò la questione con violenza, accusando gli uomini di gelosia quasi invidiosa, di ingiustizia e di prepotenza. Adriani trovò galante di sostenerla in questo atto di rivolta, tanto più che il giornalista tedesco Michele Krauschnitz e l’ingegnere Achille Ferri avevano risposto con ardore alle prime botte.

Edvige, strano fenomeno! rimase qualche tempo in silenzio, e quando parlò non parve punto propensa a sostenere le opinioni dell’amica.

Questa defezione fece senso; e Adriani, che in fondo sapeva il giuoco di questa donna e non po-