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stesso teatro e specialmente della signora Martinetti; ma le donne rendono raramente giustizia ai meriti delle altre donne.

L’inglese raccontava di avere ricevuto una lettera da suo marito, che dopo tanti mesi di separazione si era sognato di scriverle, e duemila lire dal suo editore perchè finisse presto il romanzo che aveva in corso. Ma lei confessava che non aveva punto voglia di lavorare e che quelle duemila lire le facevano paura, perchè, se dentro l’anno non finiva il romanze avrebbe dovuto restituirle.

Gilda domandò con interesse il soggetto di questo libro e seppe che era giapponese, poichè la signora era stata due anni al Giappone quando viveva con suo marito. Si erano divisi per la solita incompatibilità di carattere e lui stesso l’aveva riaccompagnata in Europa; ma erano sempre buoni amici: tutte le volte che aveva bisogno di danari gliene mandava. E dicendo questo la donnina rideva, rideva scuotendo la testa bionda dal nasino rosso.

La Farinola le osservava maternamente che spendeva troppo, specialmente il carnevale per andare ai veglioni. E dai loro discorsi, Gilda rilevava con sua grande meraviglia che molto più dei trionfi letterari premevano alla Dudeley i trionfi di mascherina elegante, che ella otteneva ai veglioni vincendo sempre alcuni premi.

Intanto il vecchio nella stanza accanto tossiva e tossiva. La Neotieff disse:

— Questa tosse è molto forte oggi: — il capitano e certo arrabbiato.

Le altre si misero a ridere, e la Farinola spiegò