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nell’ingranaggio 201

a partire, come tutti gli anni, per località più amene.

Se esistesse un giornale che tenesse una cronaca esatta della vita elegante milanese, esso avrebbe bisogno, durante i mesi estivi, di una cinquantina di reporters sparsi lungo le spiagge dei laghi e dei mari, per le campagne di tutta la Lombardia, nelle valli e nei monti.

Fortunatamente — pensava Edvige — questo giornale non esiste ancora a Milano. Le poche descrizioni di questo genere che si leggono su i giornali politici sono fatte senza metodo, secondo il capriccio o i mezzi del corrispondente.

Ella ne aveva lette appunto tre o quattro di tali corrispondenze e se ne rallegrava; poichè, se non fosse stato così, certamente qualcuno avrebbe avuto notizie della gita ch’ella aveva fatto insieme alla sua amica Mantrilli, all’ingegnere Santini, e all’onorevole Adriani, fino a San Giovanni Bianco sul Brembo, mentre suo marito cominciava appena a levarsi per alcune ore e non poteva uscire di camera. Certo era stata un’imprudenza Ma d’altra parte quei due lunghi mesi passati là in quella casa malinconica, dove non poteva ricevere che pochi amici, mentre al capezzale di suo marito vegliava la bella Gilda, non erano stati poco pesanti, nè poco tristi per lei.

Per guadagnarsi il favore dell’opinione pubblica e avere tutti gli amici per sè contro suo marito, se egli persisteva nella sua fissazione di non volerla più vedere, ella si era imposta una parte grave e l’aveva sostenuta con molta fermezza. Ma in certi momenti la noia era più forte di lei.

Riceveva pochissime visite: soltanto gli amici