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Ma appena gustata la gioja del trionfo, ne avea sentito tutta l’amarezza e la vanità: poiché esso aveva ribadite le sue catene.

Invano Gilda lo amava, invano coi suo dolce sorriso, ella gli faceva sognare una vita di felicità al suo fianco.

Quel matrimonio, legalmente solubile, e mortalmente ferito dall’adulterio, egli non lo poteva più spezzare, senza sollevare uno scandalo, che lo avrebbe coperto di ridicolo e sarebbe rimasto come una macchia indelebile sulla fronte innocente di Lea. Tutto al più sarebbe stato possibile, se Edvige avesse accondisceso a una separazione amichevole, a eclissarsi dalla società, a passare per morta. Ma ormai egli sapeva ch’ella non era capace di sagrificarsi così. La conosceva finalmente!

Per liberarsi di lei, avrebbe dovuto cominciare dal far sapere a tutti che il loro matrimonio non era in regola con lo Stato Civile italiano; poi, ch’egli era stato ingannato per tanti anni nella sua famiglia, da quello stesso uomo che lo aveva ingannato negli affari.; e che finalmente, se egli era riuscito a scongiurare la catastrofe, la donna di cui voleva disfarsi, vi aveva contribuito.

Che subisso di chiacchiere si sarebbe levato! Come si sarebbero schierati contro di lui tutti gli invidiosi, tutti i vigliacchi, che nel momento del trionfo, si erano inchinati con maggior deferenza alla sua fortuna! E che riflesso sinistro tutto questo chiasso avrebbe gettato sull’onore della sua firma, ch’egli voleva serbare intatto I 11 credito della casa, quel credito in cui si concentrava l’opera di parecchie generazioni, a cui suo