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voleva rasserenare, tornava a dire: «Meno male che là c’è il divorzio! Quando ne avrà abbastanza, potrà mandarla al diavolo.» Invece si vede che non ne ha abbastanza neppure adesso, con tutto quello che sa!... Nel settant’uno, il vecchio ammalò è naturalmente, fece richiamare il figliuolo. Questo arrivò con la moglie, che lui era in agonia. Io rimasi con loro, come Giacomo il cuoco, Marco Il domestico e Pellegatta il portinajo, perchè si era tutti affezionati alla casa.

Ecco la storia. Ora, se mi permette le dirò ancora che noi a un certo punto s’era sperato ch’ella persuadesse il padrone a fare questo divorzio, se veramente si può fare. Ma oramai, si è persa anche questa speranza.

Gilda tacque, e non fece alcun movimento, come se questa insinuazione non la riguardasse. Per quanto la Sabina le fosse apparsa quella sera sotto un aspetto più tollerabile, ella non si sentiva punto disposta a contraccambiare le sue confidenze.

XI.

Verso le tre del mattino, Gilda, che si era addormentata tardi, fu svegliata improvvisamente da insoliti rumori.

Balzò a sedere sul letto, tutta sgomenta. Non si raccapezzava. Aveva fatto un sogno stravagante, le cui tetre immagini, scomparse al primo svegliarsi, le avevano lasciato nel cervello un ingombro paurose. A poco a poco però distinse i diversi rumori di cui non aveva potuto subito rendersi conto.