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10 nell’ingranaggio


S’interruppe, dando un’alzata di spalle.

— Questo si sa! — mormorò.

Voltò delle altre pagine.

Lesse:

3 aprile 1879.

«Ieri è stata per tutti i versi una bella giornata. Siamo andate a passeggio e ho avuto delle impressioni curiose, che mi hanno divertita.

«Io mi sento attirata, affascinata dal bello dovunque si trovi: lo amo, lo adoro da per tutto: nell’arte, nell’industria, nella natura. Amo il bello nella novità della moda, in quei rasi, in quella seta dai colori ardenti e sfumati; lo amo nelle belle felpe moderne color oliva, cupo, chiaro, o incerto tra l’azzurro del cielo e il verde del mare. Amo il bello nelle trine, nelle blonde, nei cappellini, e perfino nelle lastre grandiose delle vetrine. Se fossi ricca, vorrei comprare tutto quello che seduce il mio sguardo, per avere il gusto di possedere tante belle cose, per poter stringere nelle mie mani quei gingilli graziosi, adorabili.

«Ma il mio amore per il bello non si limita alle vetrine. Ogni volta che vedo un bel viso, due occhi grandi, espressivi, mi lascio sfuggire una esclamazione di meraviglia e di piacere. Io non bado se quel viso appartiene ad una signora elegante, 0 ad un giovine, o ad una ragazza del popolo.

«Mi ricordo un giorno d’inverno di quest’anno, si passava con la schiera dal dazio... non so più di che porta. La strada era sporca, fangosa, il cielo pesante, la passeggiata nojosa; non ci era stato proprio nulla che mi avesse distratta, divertita.