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rattere di ossessione alle voluttuose visioni che lo perseguitavano.
In mezzo a queste battaglie dei sensi, egli chiamava a soccorso il suo forte intelletto, la saldezza vigorosa dell’animo suo.
Ma l’aiuto sperato mancava.
Il suo intelletto subiva, come i suoi sensi, una irresistibile attrazione.
Invano l’avevano educato con le massime tradizionali e i pregiudizi di una famiglia severa, nella quale l’elemento aristocratico e l’elemento borghese si fondevano mirabilmente per formare uno dei più saldi puntelli della vecchia società. Invano egli aveva portato seco, nel nascere, la sua parte di eredità atavista nei nervi e nel sangue: invano aveva assorbite fin dall’infanzia le idee preconcette della provincia e della famiglia. Troppa luce di scienza era entrata nel suo spirito; troppe nuove idee vi si erano maturate.
E in forza di queste nuove idee, egli la