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avrebbe forse incontrata un’altra fanciulla, candida e serena, con la quale ricominciare il dolce romanzo, senza rancori, senza vergogne.

Eppure questo non gli giovava.

Con sorda collera, cui si mesceva una specie di terrore, egli doveva riconoscere che la sua passione era ingigantita dopo l’orribile scoperta. E quanto più si affannava a combatterla, tanto più cresceva. Non poteva sottrarsi a quel fascino: un fascino acre e penetrante, che si attaccava ai sensi e allo spirito.

I suoi desiderii d’innamorato si irritavano presso a quella falsa vergine che conosceva le segrete voluttà dell’amore. E l’istinto dominatore del maschio — fortissimo in lui — si esasperava di fronte a quella inconscia ribelle.

E quel mistero che non gli era dato squarciare; quell’uomo ignoto, sempre presente al pensiero — fantasma inafferrabile di un eterno incubo — dava un senso di vertigine, un ca-