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Poi trasse dal petto una lettera; la spiego; la lisciò col palmo della mano; la guardò a lungo, e infine si mise a leggerla, attirato dal fascino misterioso che da essa emanava.

L’aveva già letta parecchie volte; ma il suo spirito vi ritornava sopra continuamente.

“Tu vuoi sapere — scriveva Argìa il nome di colui; sapere i particolari di un fatto che, meglio per noi se lo si potesse dimenticare! Il nome conta poco. Quell’uomo è lontano e tu non lo conosci. Ma i particolari?... È impossibile! Io stessa rifuggo dal ripensarvi, e quando vi penso provo una vertigine.

“Te l’ho già detto, meglio sarebbe stato che tu mi voltassi le spalle, senz’altro cercare, appena hai saputo... che non potevo essere tua moglie.

“Abbandonata a me stessa avrei presa una risoluzione, buona o cattiva. Mi sarei buttata dal ponte, dove il Ticino è più fondo, o sarei fuggita per vivere sola e nascosta con la mia