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Prima l’aveva rattristata con la passione delle scienze positive, che a lei, educata a cercare la pace e la felicità nella sottomissione alle tradizioni, ispirava una specie di terrore; poi, l’aveva contrariata nel suo desiderio di vederlo unito ad una fanciulla nobile e ricca; infine, trascinata ad approvare una unione che a lei non pareva bene assortita... Ah! se ella avesse saputo fino a qual punto... Ma non doveva saperlo. Egli non voleva. Argìa sarebbe morta ed egli sarebbe morto con lei portando nella tomba il loro segreto. Nessuno doveva sapere che Argìa non era degna...

Questi pensieri passavano in turbinante visione traverso lo spirito del giovine medico, mentre la sua mano correva febbrilmente sopra la carta scrivendo le parole della scienza, che il cervello connetteva quasi meccanicamente.

Quand’ebbe finito gettò la penna e restò un momento sopra pensiero.