Pagina:Speraz - Il romanzo della morte.pdf/72


— 66 —

e sapendosi poco adatto al gusto delle femmine in generale; avrebbe voluto sfuggirle. Ma non ci riesciva: la vita gli appariva troppo stupida senza il loro sorriso.

Si sarebbe accontentato di essere il loro amico; il loro confidente; e fantasticava una di quelle intellettuali amicizie che, talvolta, legano due cuori meglio dell’amore.

Anche quel giorno Vittorio fantasticava, mentre don Paolo dormiva nel suo bel letto di noce intagliato, sotto al padiglione di raso celeste, e mentre Fausto scriveva.

I suoi pensieri fluttuavano davanti al codice aperto e abbandonato sopra un piccolo tavolino che gli serviva di provvisoria scrivania nella camera dell’infermo.

Certo non pensava al codice. I suoi occhi spaziavano nell’azzurro immaginario, straniero affatto al cielo nebbioso dell’autunno pavese.

L’azzurro era per lui nella casa dirimpetto, dove Amelia Pisani accostava di tratto in