Pagina:Speraz - Il romanzo della morte.pdf/65


— 59 —

Ah! la gioia nella miseria profonda! Egli provava anche questo.

Come l’avrebbe abbracciata... serrata contro il suo cuore... se non avesse temuto d’impazzire e di strozzarla!

Sentiva che l’avrebbe strozzata con voluttà immensa in un abbraccio disperato.

Sulla porta dell’orto le disse ancora:

— Sicchè, Argìa, tu ti affidi a me nella tua sventura, unicamente a me?

— Se tu vuoi. Io non ho altri.

— Va bene. Cominciamo dal non farci scorgere. Mi occorre del tempo per riflettere... E il tempo c’è, mi pare... Sii astuta. Le nostre relazioni restano come se nulla fosse avvenuto... Apparentemente fidanzati... Se non si facesse così, io non potrei venire in casa tua... non ci si potrebbe vedere... Intanto penserò... cercherò... Tu vorrai allontanarti... suppongo.

— ... o morire, Fausto!

— È giusto. Ma deciderò io se devi vivere... lontana... se è possibile: o se devi morire.