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Involontariamente si riaccostò a lei; balbettò alcune parole di scusa. Era stato violento: aveva avuto torto... Maltrattare una donna!... Allora Argìa si fermò, commossa.

Non le parole la commovevano, bensì la voce di lui: quella voce di uomo giovine e robusto che ha pianto; quella voce forte e sonora, spezzata dall’angoscia, soffocata dalla passione: voce che ha tanto potere sull’animo femminile.

Avrebbe voluto dirgli qualche cosa, ma non trovava parole. Si sentiva così avvilita, così indegna di lui...

Ah! se avesse saputo ch’egli l’amava tanto!...

Erano giunti sotto il pergolato sepolto nella notte.

Camminavano in silenzio uno accanto all’altra, raffrenando i singulti.

Si distinguevano appena, ma si toccavano non le spalle e con le braccia.

Fausto pensava tristamente che, se le trat-