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guaggio pronunciata con quell’accento, agghiacciava il cuore di Fausto.

— Ancora una parola, Argìa. Forse... tu esageri... Forse, non è una cosa irreparabile... Tu sei innocente... pura... Di’!... Rispondi!...

— .... Taci, Fausto!... Taci!...

— Allora, dimmi tutto!!...

— Non così, Fausto.

Egli cercò di calmarsi. Dio!... Si sentiva certi impeti.... l’avrebbe ammazzata....

— È difficile a dire... E poi, perchè devo dire?... Non ti basta quello che ho detto?

No. Non gli bastava. Voleva sapere ogni cosa. Voleva i dettagli. Voleva un nome... Qualcheduno da massacrare, per Dio!...

Argìa, sbigottita, lo lasciava sfogare.

Tutto ad un tratto egli s’interruppe: ammutolì.

Se si lasciava trasportare a quel modo, non avrebbe ottenuta alcuna confidenza!

Tacquero lungamente.