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verso di lui: era liberissima di amare un altro. Ma, se non amava un altro, se era vero che amava lui come negli anni passati... prima ch’egli si fermasse a Mantova quei maledetti mesi: se era vero quello che aveva detto, che lei pure soffriva... e questo si vedeva, povera Argìa!... se le cose stavano a quel modo, ella non poteva pretendere ch’egli si rassegnasse a perderla così, senza un perchè formidabile... forse per una ubbia!...

— No?... non è un’ubbia? Allora una sventura immensa... una cosa terribile?... Tu taci! Non neghi?... Oh! Argìa! Se tu sapessi quali sospetti, quali smanie desti nel mio povero cuore!...

La fanciulla ebbe un gesto desolato.

Un brivido corse le vene del giovine.

Eppure, non voleva arrendersi. Voleva combattere per la propria felicità: conquistarsela col sangue del cuore. E la speranza, sostenuta dall’energia dell’amore lo riconduceva