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di silenzio. - Io voglio sapere tutto: sapere che cosa hai fatto che non puoi accettare la mano di un galantuomo!... Che cosa hai fatto: capisci?...

Si arrestò come spaventato dalle proprie parole. Aveva sentito una morsa di ferro serrargli la gola. Tacque e fece alcuni passi per il frutteto, in preda al parossismo.

Era la sua Argìa... la sua sposa, colei ch’egli apostrofava così duramente!...

Argìa si copriva la faccia in silenzio. Le pareva di morire.

Guardandola Fausto si calmò e riaccolse la speranza a cui il suo cuore fermo e tenace non sapeva rinunciare. Già si vergognava di aver ceduto a quell’impeto. Tornò accanto a lei che gemeva: tornò a parlarle con dolcezza.

L’aveva offesa: le domandava perdono.

L’impeto disperato di quel dolore così nuovo l’aveva trascinato. Del resto riconosceva il proprio torto: lei non aveva alcun dovere