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Argìa ebbe un gesto di sbigottimento e ritirò vivamente le mani, che il giovine le aveva prese e teneva strette fra le sue con tenerezza.
Fausto non fiatò, sebbene quell’atto lo pungesse.
Restarono tutti e due imbarazzati e tristi, senza parole.
Dopo tanto amore, dopo tanti sogni, un tale incontro era stranamente freddo e penoso.
Ma Fausto aveva un pensiero fìsso: qualunque cosa ella dicesse o facesse, non voleva addontarsene: non rischiare di perdere, per un vano puntiglio, quella preziosa occasione di spiegarsi con lei.
— ...Argìa!
La fanciulla trasalì e alzò su lui i grandi occhi pieni di sorpresa e di malinconia.
— Non m’intende?... Non sa cosa io voglio dirle?... Oh! Argìa!... Lasciami smettere questo lei odioso; lascia che io ti parli come ne’