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stava ancora il sole come un gran disco d’ora su un cielo di madreperla.

Scorato, incerto, Fausto si allontanò dal cancello; tornò a girare per la corte.

— Dove sei? Dove sei?... Perchè mi foggi?

E stringeva i pugni con nervosa inquietudine.

Tutto a un tratto egli ebbe un soprassalto. Dalla cancellata dell’orto aveva intravveduta Argìa.

Ella era là in fondo, sotto al pergolato. Gli voltava le spalle; ma l’abbandono e la pesantezza con cui s’appoggiava alla tavola di marmo mostravano un grande abbattimento. Pareva che piangesse. Doveva sentirsi male. Chi sa!...

Entrò con rapido passo.

Improvvisamente ristette.

Piangeva davvero, Argìa!

Pareva disperata. Oh! perchè mai piangeva a quel modo la sua fanciulla?...