Pagina:Speraz - Il romanzo della morte.pdf/33


— 27 —

Fausto amava Argìa con tutto l’impeto dell’anima, come si ama nell’ardore della prima giovinezza, allorchè, per singolare ventura, ci si è imbattuti in una creatura che risponde ai nostri più intimi desideri.

Amico di Filippo Pisani egli conosceva Argìa da un pezzo. Ma l’amore non era nato in lui a poco a poco, come una cristallizzazione. Fino a due anni addietro, credeva di non amarla affatto: gli pareva troppo conscia di sè, troppo altera.

L’amore l’aveva colpito tutto in una volta, una sera di carnevale, durante un ballo, vedendo Argìa passare da un braccio all’altro, e ballare e ballare, senza mai stancarsi, con evidente entusiasmo.

Egli aveva sentito come un morso al cuore, e la passione era scoppiata in tutto il suo essere simile ad un incendio che un soffio di vento scatena improvvisamente.

Gli sguardi della fanciulla autorizzarono le sue assiduità con una muta simpatia.