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Fausto si allontanò sapendo che la sua presenza non era assolutamente necessaria. Un’altra inquietudine lo dilaniava: un’ansia più acuta lo chiamava fuori.

Che faceva Argìa? Che cosà pensava?... Non una parola avevano potuto scambiare da solo a sola, non una parola, dopo quello che era avvenuto!...

Il professore e Vittorio, che indovinavano la febbre ond’egli era arso, lo incoraggiarono ad uscire un poco. Andasse a respirare una boccata d’aria, ne aveva bisogno.

Cautamente egli frugò la casa. Dall’uscio socchiuso di un salottino sentì la voce di Amelia che discorreva con Bice Chiari, e passò via smorzando il rumore dei passi per non essere costretto a fermarsi.

La Carmela dormiva su un canapè.

Di Argìa neppur l’ombra.

In casa, non era. Bisognava cercarla fuori. Dove?