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dal mio capezzale in quella notte terribile, e Vittorio mi disse ch’egli sapeva il tuo stato, fu come se una gran luce fosse entrata nel mio cervello: dovevo sposarti subito!

“Sentii che sarei morto meno disperato, che quella orribile figura non avrebbe potuto beffarmi coi suoi sarcasmi, nè dirmi che meritavo di morire perchè ero un vecchio decrepito irreparabilmente legato ai vecchi pregiudizi, ai vecchi egoismi!.. E non solo questo sentii; una tenue speranza mi sollevò, mi diè forza: sarei forse guarito... forse... avrei vissuto ancora, amato, felice!...

“La febbre diminuì: le visioni sparirono; e quella speranza divenne sempre più gagliarda e le mie forze si ristabilirono.

“Sono guarito. Ebbene, Argìa, io che sono medico, ma che alla medicina credo piuttosto poco, penso che, se quella buona risoluzione non avesse dirò così preparata la crisi, lo svolgimento della malattia sarebbe stato forse diverso e non sarei guarito. Capisci?...„